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FRAMING

coreografia Virginia Spallarossa e Claudio  Malangone
con Simona De Martino e Luigi Aruta
coproduzione Déjà Donné/BorderlineDanza
anno di produzione 2024
 

"Le plus grand phénomène de la nature le plus merveilleux c'est le mouvement” De Maupertuis

Framing è liberamente ispirato a The Exile Waiting dell'autrice di fantascienza statunitense Vonda N. McIntyre. Uno spazio interiore, un microcosmo nel quale appare un corpo. Perso e abbandonato su un pianeta desolato, il personaggio esplora questo universo animandolo con il proprio immaginario. Il luogo nel quale appare e si muove, è un’isola in transito nella galassia, un luogo dove occorre riapprendere a muoversi e percepire come se fosse la prima volta. La scena viene intesa come un immenso organismo estraneo, sconosciuto, nel quale il corpo del danzatore rischia di essere invischiato e fagocitato. Il desiderio e l’esigenza di disegnare il suo nuovo mondo, reinventando un spazio sia fisico che immaginario; la ricerca di un linguaggio enigmatico di segnali che gli permetteranno forse un giorno di comunicare o poter scappare dal suo reale. Solo, rimasto solo, ma con il ricordo vivo dell’alterità, l’Altro ritorna attraverso i gesti e i movimenti che permettono al danzatore di ri-percepire, a distanza, la presenza del corpo assente. Disegnare un mondo dove si può reinventare il rituale/ricordo dell’incontro che non avverrà più. La ricerca ruota attorno al concetto di desiderio, di ciò che manca, ciò che non c’è più: l’altro, il contatto, l’incontro, l’assenza di un corpo. Lavorare sulla quella memoria, fisica ed emotiva; sulla relazione tra due persone dal punto di vista della solitudine e della mancanza dell’altro; il desiderio di far esistere dei volumi assenti, delle forme e colmare spazi che non ci sono più.
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