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GRANITO

un progetto del Collettivo Munerude
di e con  Francesca Antonino, Laura Chieffo, Ilaria Quaglia
musiche Gabriele Ottino e Anything Pointless
disegno luci Mattia Bagnoli
costumi Maatroom
produzione Déjà Donné, Sosta Palmizi
anno di produzione 2020
durata 50'
 

progetto realizzato con il sostegno di PERMUTAZIONI - coworking coreografco a cura di Casa Luft, Zerogrammi e

Fondazione Piemonte dal Vivo, e con il sostegno di Cavallerizza Irreale – Torino, H(abita)T - Rete di Spazi per la

Danza/Leggere Strutture/Comune di Budrio, ART BO, ALDES/SPAM! rete per le arti contemporanee, Hangart Fest,

fnalista premio Twain Direzioni Altre

 
 

GRANITO_ di graminacea, che ha messo i chicchi (grani);

per est. di ogni pianta in fase avanzata di maturazione.

GRANITO nasce da un processo di ricerca sul disfacimento e la ricomposizione della materia. Il progetto ha origine da un interesse nei confronti del mondo naturale, dei processi di trasformazione e decomposizione di piante e frutti, che si snodano in un tempo considerevole, il tempo necessario all’accadimento e alla trasformazione. GRANITO pone attenzione a segni e movimenti che il trascorrere del tempo produce sulla materia organica, lasciandolo accadere, rendendo evidente il mutamento. Lavorando su grinze, pieghe ed imperfezioni GRANITO rinuncia ad una ambita integrità, a favore di una semplice essenza. Vuole mettere in luce il divenire, attraverso un corpo in trasformazione. È materia che cede, pulsa e resiste, si disgrega e si ricompone trovando nuovi spazi. È foglia che cade, organo che pulsa, lava che brulica, pietra che resiste. Trattando i corpi in scena come masse materiche inserite in uno spazio denso, GRANITO esordisce con un disfacimento e mette in opera una ricomposizione del visibile, e non, in un continuo divenire.
È un processo di trasformazione materica, che confluisce in un battito durevole.

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