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IL BALLO DELLE    
                   INGRATE

 
Produzione Teatro Ponchielli
per Monteverdi festival 2024

Direttore Simone Vallerotonda
Regia Diletta Robuschi
Coreografie Virginia Spallarossa
Costumi Annalisa Benedettii
Luci Yannick De Sousa Mendes

Orchestra  I Bassifondi
Compagnia Déjà Donné


 
 

Voi d’Amor ribelle! ripensa il Ballo delle ingrate e il Combattimento di
Tancredi e Clorinda in una veste completamente nuova e moderna. Le riflessioni culturali proposte abbracciano uno spazio temporale che, partendo dalla Preistoria, arriva ai giorni nostri, attraversando il
Rinascimento. Le Ingrate, protagoniste della scena, sono potenti
messaggere, che incarnano lo spirito e il corpo dell’antica Dea Madre,
creatrice del cosmo e datrice di vita, venerata dalle prime civiltà
preistoriche. La struttura sociale delle civiltà della Dea era fondata
sull’uguaglianza e la cooperazione tra uomo e donna; un sistema gilanico (termine coniato dall’antropologa Riane Eisler nel 1987, da gynè “donna”, anèr “uomo” e la lettera “L"in mezzo come legame tra le due metà dell’umanità), né androcratico, patriarcale o tanto meno matriarcale.
Simboli provenienti dal mondo naturale come le corna, azioni cicliche e rituali e anatomia femminile sono richiamate sia nei gesti, che sullo stesso corpo delle Dee-Ingrate. Come nel Ballo delle ingrate, esse provengono dall’inferno e arrivano a noi per fornirci un exemplum, tuttavia tutto è invertito rispetto al messaggio di matrice morale e misogina con cui è nata l’opera nel 1608: le oscure e umide viscere della terra sono un’eco del ventre femminile, luogo positivo da cui la vita ha inizio, e il messaggio che sono venute a darci è di pace, uguaglianza e rispetto dell’umanità.
All’opposto di Venere, Amore e Plutone, non sono Dee violente e
vendicative e non spediscono all’inferno le donne che non obbediscono agli uomini. Venere, Amore e Plutone incarnano le autorità laiche e religiose del Seicento. L’Età moderna è stata tra le più floride e ricche in ambito artistico, umanistico e scientifico; tuttavia, questa apparente sensibilità non coincise con il trattamento delle donne, che, sottomesse ad un sistema sociale del tutto patriarcale e maschilista, furono vittime di una serie di ingiustizie perpetuate nel tempo, giustificate e rese valide da trattati morali, medici e filosofici di matrice greco antica, che ne dimostravano l’inferiorità rispetto all’uomo. L’imperfezione e l’incontrollabilità della donna – dovute ad alcune sue caratteristiche fisiologiche, come la sovraproduzione di liquidi, quali le mestruazioni, il latte materno e il pianto, e la temperatura corporea più fredda degli uomini – presumevano il controllo dei loro corpi da parte maschile, allo stesso modo Venere, Amore e Plutone nel Ballo delle ingrate esigono il dominio su quello delle ingrate, donne che furono trasformate in anime dannate dopo aver rifiutato i loro corteggiatori.

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